mercoledì 3 marzo 2010

"Lafissa" ---POSTPASSATISMO---



Tradizione e assurdo; queste le parole che possono maggiormente descrivere "Lafissa". Tradizione, in quanto riprende le linee delle moto da competizione dei primi '900. Le moto delle gare pionieristiche e incredibili, d'altri tempi; tempi di difficoltà e genialità, di empiricità e sforzi immani. Lafissa è un tentativo di rivalutazione stilistica e celebrativa senza però renderla una "replica" fedele dell'epoca; tuttaltro. E qui che entra in gioco "L'assurdo". Stravolgendo ogni moda e diventandone quasi un affronto, l'irriverente dallo scatto fisso vuole sposarsi con il nuovo,con il moderno, creando un concetto di reinterpretazione piu estrema che tocca gli antipodi del 20° secolo (1910-2010). E' quindi un riassunto, uno screzio di colore in un mondo in bianco e nero; è il "Postpassatismo", una sorta di Futurismo ribaltato che mantenendone le caratteristiche di fondo in realtà lo nega. Dal punto di vista estetico Lafissa
ha un telaio tipo sport completamente smerigliato (lasciandone a vista il nudo metallo sfrisato) con un serbatoio sottocanna (in realtà un porta oggetti) anchesso smerigliato e consolidato al telaio tramite una corda color crema(materiale povero), la stessa delle manopole poste sul bassissimo e spigolosissimo manubrio dal colore verde acido.Priva di freni, lascia inalterata la linea della forcella nera simil pantografo ricoperta di schizzi viola ripresi dall'astrattismo kandinskyano. Sempre nel segno della semplicità monta una sella verde acido priva di rivestimenti che fornisce comunque una certa comodità; Posteriormente spicca invece il piccolo stemma in cera lacca viola emblema delle "pedalate d'autore".

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